Percorso ad anello che porta da Ozzano dell’Emilia al piccolo borgo di San Pietro di Ozzano, passando dai suggestivi Calanchi di Sant’Andrea.
Lunghezza circa 13.5 km - Dislivello totale circa 300 m
Questo ampio anello sfrutta la parte iniziale del sentiero CAI BO 801A fino alla base dei Calanchi di Sant’Andrea, per poi sfruttare l’intero sentiero CAI BO 801B fino a Pieve Pastino e da qui scendere al borgo di San Pietro, per poi rientrare ad Ozzano attraverso la zona di Palazzo Bianchetti.
Parcheggio/partenza
Ampio e comodo parcheggio presso la Coop di Ozzano dell’Emilia (Via Nardi) ([1]).
Il sentiero 801A è forse il più noto e famoso percorso tra quelli di Ozzano: permette di raggiungere le colline ozzanesi partendo direttamente dal paese, attraversando stupendi scenari tra cui i bellissimi Calanchi di Sant’Andrea.
E' l’unico sentiero CAI che parte dall’abitato di Ozzano (almeno a Dicembre 2020).
Parcheggio: siccome il sentiero parte di fronte alle scuole Ciari e Panzacchi (precisamente all’incrocio fra Via Don Minzoni e Viale 2 Giugno [1] ), si può parcheggiare liberamente in zona. Tranne nei momenti di carico/scarico degli studenti, in qualsiasi altro orario si trova da parcheggiare senza alcun problema.
Lunghezza e tempi: il percorso 801A da Ozzano a Via del Pilastrino è di circa 6 km (solo andata) e necessita di un paio d’ore di buon cammino per raggiungere il crinale.
Questo itinerario non presenta punti particolarmente pericolosi ma siccome per lunghi tratti si attraversano zone argillose o calanchive è assolutamente sconsigliato avventurarsi dopo (o durante) piogge o periodi molto umidi, pena ritrovarsi a litigare con montagne di fango e con ruscelli che occupano l’intero sentiero (anche se solo in certi punti). In ogni caso anche dopo periodi non piovosi, a seconda della stagione, è facile imbattersi in tratti un po' fangosi.
Descrizione itinerario
Il sentiero CAI 801A parte nell’abitato di Ozzano dell’Emilia, di fronte alle scuole Ciari e Panzacchi, all’incrocio tra Via Don Giovanni Minzoni e Viale 2 Giugno [1] dove un cartello CAI BO che recita “S. Andrea” e “Foiano” ci indica la direzione da prendere (lungo Via Don Minzoni).
Questi due toponimi si riferiscono rispettivamente a “S. Andrea”, piccolo borgo che prende il nome dall’omonima chiesa, e “Foiano”, nome della tenuta agricola ora gestita dalla cooperativa Dulcamara, posti il primo circa a metà percorso e il secondo sulla zona terminale del sentiero.
Cartello CAI che segna l’inizio dell'801A
Dopo il brevissimo tratto asfaltato su Via Don Minzoni, il sentiero entra nel parco “Foresta della Vita” [2] per poi proseguire attraverso il parco “Donatori Volontari di Sangue” (molti cittadini di Ozzano conoscono questi parchi con altri nomignoli che qui non ripeteremo). In questo tratto quasi cittadino del sentiero basterà seguire le indicazioni rossobianche che vediamo ogni tanto proseguendo inizialmente verso Sud. Il primo bivio che può far insorgere qualche dubbio è sul ponticino metallico [3] che dovremo ignorare proseguendo diritto senza attraversarlo.
Attraverso parchi cittadini sulla prima parte del sentiero
In diversi punti del sentiero 801A si possono trovare indicazioni del Sentiero Natura “I Calanchi di Sant’Andrea” visto che in gran parte si sovrappongono (ma non sempre).
Proseguiamo sulla direttrice Sud-Sud-Ovest (idealmente la prosecuzione di Via Don Minzoni) senza lasciarci circuire dai sentieri che dipartono sulla destra, e dopo qualche altro centinaio di metri percorriamo un’ampia curva verso sinistra in concomitanza con area picnic in legno sulla sinistra del sentieroi [4]. Terminata questa curva ci troviamo sulla direttrice Sud-Est e proseguiamo in leggera salita fino a tornare sull’asfalto in concomitanza dell’incrocio fra Via Sant’Andrea, Via Florio e Via del Pino [5]. In questo tratto l’occhio spazia da Monte Arligo a Castel de Britti, fino alla pianura dove un occhio attento può scorgere il grande telescopio parabolico presso il radiotelescopio di Medicina.
Area picnic - il sentiero continua con un’ampia curva a sinistra
Imbocchiamo Via del Florio in discesa fino all’incrocio con Via Sant’Andrea [6] che sale alla nostra destra e che dovremo percorrere fino alla chiesa di Sant’Andrea che da il nome sia al piccolo borgo sia alla strada. In questa parte del percorso è quasi sempre possibile evitare di camminare sull’asfalto, stando sulle cavedagne che costeggiano la strada, prima dei campi.
Superata la Chiesa di Sant’Andrea sulla destra e costeggiando il parco di Villa Massei prendiamo la strada bianca che supera il parcheggio con pannelli informativi [7] e percorriamola superando prima la bella Villa Massei e poi le ultime case fintanto che la strada bianca diventa sentiero vero e proprio. Da qui in avanti il tratto di percorso più famoso (ed anche paesaggisticamente rilevante) che ci porterà fino al crinale attraversato da Via del Pilastrino.
La chiesa di Sant’Andrea vista dall’omonima strada mentre si sale
La famosa Villa Massei circondata da un bellissimo parco
Il sentiero inizia in discesa e attraversa un basso bosco di roverelle, ginestre e altri arbusti dove non mancano però anche alberi imponenti come il grande leccio che troviamo sulla destra poche decine di metri dopo aver iniziato la discesa sul sentiero.
Un imponente Leccio ci da il benvenuto quasi all’inizio del sentiero vero e proprio
Scendendo verso la base dei calanchi possiamo ammirare le grandiose formazioni calanchive che si aprono sia alla nostra sinistra (verso Pieve Pastino) e sia davanti a noi (verso Via del Pilastrino).
Giunti alla base dei Calanchi di Sant’Andrea la veduta è mozzafiato per chi apprezza queste formazioni tipiche di queste colline ma assai rare altrove [8].
Alla base dei Calanchi di Sant’Andrea
A questo punto possiamo o prendere il guado sul Centonara sfruttando i lastroni posizionati per non bagnarsi e proseguire tenendo il torrente alla nostra destra, oppure proseguire prima diritto tenendo il torrente a sinistra e guadandolo più avanti. Non cambia molto ma quando la portata del torrente è sopra la media conviene senz’altro prendere il primo guado (come indicato in mappa).
Ora dobbiamo affrontare il tratto di sentiero che più è facilmente soggetto ad essere infangato quando la stagione non è secca (o molto ghiacciata). E' il tratto di sentiero che dal guado ci porta fino al bivio per il sentiero CAI 801B (che ci porterebbe a Pieve Pastino anzichè su Via del Pilastrino … ne parliamo diffusamente in altro post e ne accenniamo in seguito in quanto è una delle opzioni per il rientro)i [9]. Naturalmente restiamo sul nostro 801A per ora e proseguiamo pertanto diritti anzichè prendere la via che sale a sinistra lungo l'801B.
Proseguendo sempre affiancando il torrente alla nostra destra, raggiungiamo un’altro guado che ci porta alla base della parte più ripida dell’intero percorso. In alcuni tratti sono state posizionate delle scalinate per rendere più agevole il cammino che ci porta però ad ammirare un incredibile scenario man mano che si sale. Dapprima verso nord la vista sarà chiusa da Monte Arligo e dal Passo della Badessa, ma poco dopo inizieremo a vedere ampi tratti di pianura, fino a spaziare su Bologna, sempre dallo spettacolare contesto dei calanchi.
Alla base dei Calanchi di Sant’Andrea
Continuando a salire ed infilandoci nuovamente nel bosco raggiungiamo l’ultimo bivio degno di nota e che risulta tra i più dubbi per chi transita sul sentiero [10]. Vediamo infatti che in corrispondenza di un trivio (con cartello che ci informa di aver raggiunto “Foiano”), il sentiero più battuto è quello che dirama verso sinistra, quasi ortogonalmente rispetto alla nostra direzione di marcia e che è segnalato da un cartello CAI bianco e rosso che recita “Dulcamara” e che si può sfruttare per un’interessante variante nella parte finale della nostra escursione, ma per ora restiamo fedeli all'801A e tiriamo diritto (c’è comunque un piccolo cartello che ci aiuta in quanto è scritto proprio “801A”).
Da qui fino alla nostra meta il sentiero fa prima qualche capriola apparentemente illogica per poi diventare nuovamente un bel sentierone che dopo poco ci conduce alla fine del nostro percorso: l’arrivo su Via del Pilastrino [11]. Poco prima in verità vi è un altro sentiero che parte verso sinistra, parallelo alla strada bianca di Via del Pilastrino e che porta nuovamente alla Dulcamara e che possiamo usare come variante.
Ritorno
Per tornare da dove siamo partiti abbiamo molte possibilità. Accenniamo ad alcune di queste solo brevemente. Fare riferimento alla mappa e/o ad altri post per dettagli.
- Percorrere Via del Pilastrino (verso sinistra, direzione Settefonti) sino all’incrocio con Via Tolara di Sopra e (su asfalto) percorrere quest’ultima fino a Pieve Pastino. Da qui prendere l'801B fino al punto [9] e da li proseguire a ritroso rispetto all’andata. E' l’opzione migliore per restare il più possibile su sentieri, evitando l’asfalto e permette di compiere un ampio e bell’anello.
- Rientrare attraverso il percorso seguito sin qui (attenzione alle zone più ripide se in presenza di fango in quanto la discesa può essere più problematica della salita)
- Percorrere Via del Pilastrino (verso sinistra, direzione Settefonti) sino all’incrocio con Via Tolara di Sopra e (su asfalto) percorrere quest’ultima in discesa fino ad Ozzano. Prestare attenzione alle auto in transito, soprattutto nei festivi e con la bella stagione
- Sfruttare alcune delle tratte che conducono alla Dulcamara per chiudere qualche piccolo anello e transitare da zone diverse, per poi riallacciarsi ad una delle alternative precedenti
- Percorrere Via del Pilastrino (verso destra, direzione Palazzina) sino all’incrocio con Via Poggio e (su asfalto) percorrere quest’ultima in discesa fino ad Ozzano, transitando da Ciagnano. Probabilmente è la via più lunga ma non presenta alcuna difficoltà e si gode di ampie vedute su Bologna e sulla pianura
Mappa OpenStreetMap
Scarica itinerario in formato GPX o KML
I file in formato GPX o KML sono forniti a scopo di consultazione. Raccomandiamo di consultare la mappa e di studiare il percorso prima di intraprenderlo. Non fidatevi solo dei mezzi elettronici. Cartina e bussola sono ottimi strumenti da portarsi dietro durante le escurioni.
Il sentiero CAI BO 801B nasce come variante dell'801A e collega Pieve Pastino con la base dei calanchi di Sant’Andrea, dove incrocia il sentiero 801A. Lo si può sfruttare per chiudere diversi anelli.
Parcheggio/partenza
La partenza ufficiale di questo sentiero è presso Pieve di Pastino (o Pieve Pastino), raggiungibile facilmente attraverso Via Tolara di Sopra, direzione Dulcamara. Si può lasciare l’auto nel piccolo parcheggio ([1]) situato davanti alla sbarra che chiude l’accesso alle auto alla zona di Pieve Pastino. Naturalmente non chiudere l’accesso ai mezzi autorizzati ma accostare l’auto di lato oppure lungo la strada nelle piazzole presenti.
Altra partenza classica è direttamente dal paese di Ozzano Emilia, per chi vuole macinare qualche km in più.
Pieve Pastino vista dal sentiero 801B - tutto a destra si intravede il campanile di Settefonti - al centro i monti sullo sfondo sono intorno a Montecalderaro
Descrizione itinerario
Superata la sbarra ([1]) siamo al cospetto della Pieve di Pastino, purtroppo ridotta ad un rudere pericolante ed abbandonato, motivo per il quale viene consigliato di aggirarla (passando sulla sua sinistra, guardandola dalla sbarra) anzichè attraversarla.
Una volta aggirata la pieve, siamo nuovamente sull’ampia strada campagnola che ci condurrà ai calanchi sottostanti e ad incrociare il sentiero 801A.
In questo tratto iniziale il sentiero è molto ampio ed asciutto (meteo permettendo) ed in leggera discesa. Dopo un breve tratto arriviamo ad un bivio per gli occhi attenti ([3]) in corrispondenza di un palo della luce in cemento. Terremo la sinistra seguendo l’evidente strada, ignorando la strada/cavedagna che prende a destra (oggetto di altri articoli).
La discesa si fa più accentuatata e dopo qualche centinaio di metri e qualche ampia curva ci troviamo una piccola pozza d’acqua sulla sinistra, di fianco ad un altro vecchio rudere: ciò che rimane di Cà Pivani. [4]
Piccola pozza d’acqua a fianco dei ruderi di Ca Pivani
Seguiamo il sentiero (qui l’ampia cavedagna si trasforma in sentiero vero e proprio) e circumnavighiamo Cà Pivani con una curva ad U.
Parte dei ruderi di Ca Pivani
Dopo aver superato Cà Pivani ci troviamo in un punto strategico qualora ci si trovi impossibilitati a proseguire causa fango: da qui parte una direttissima che ci porta, scendendo giù dritti, sull'801A, però attenzione: questa scorciatoia (non segnata e non troppo agevole) evita si il pezzo più infangato dell'801B ma ci porta in un tratto ugualmente infangato dell'801A [5]. Discesa ripida e poco agevole, oltre che non segnata, moderatamente per esperti.
Sentiero dopo Ca Pivani, se la stagione non è secca, aspettarsi del fango
Poco dopo aver superato Cà Pivani, sempre proseguendo in discesa, entriamo nel tratto di solito più infangato del sentiero. In questo tratto (tra i punti [5] e [6]) è possibile trovare un po' di fango anche durante la stagione secca. Dopo esserci lasciati (sperabilmente) il fango alle spalle arriviamo ad una curva ad angolo retto ([6]) dove un cartello ci informa che siamo in una zona dove sono state posizione delle “bat box” per agevolare la permanenza dei nostri amici pipistrelli, che naturalmente non dovremo disturbare.
Cartello segnalatico presenza Bat Box
Dopo la curva a destra il sentiero riprende a scendere con una discesa marcata (è possibile incontrare di nuovo un po' di fango, se la stagione è favorevole) fino ad arrivare alla nostra meta: l’incrocio con il sentiero CAI BO 801A, dove si conclude il nostro sentiero (o dove inizia, se lo stiamo percorrendo in senso opposto a quanto descritto qua). [7]
Ultimo tratto di sentiero, poco prima di entrare in vista dell’incrocio con l'801A
Incrocio tra 801B e 801A
Qui abbiamo diverse possibilità per proseguire il nostro giro:
- rientrare sui nostri passi fino a Pieve Pastino
- prendere l'801A a sinistra, verso Dulcamara e Pilastrino
- prendere l'801A a destra, verso Sant’Andrea
- esplorare la base dei calanchi di Sant’Andrea
Veduta dai calanchi di Sant’Andrea verso l’incrocio tra 801A e 801B
Se siete in una stagione fangosa e volete evitare il pezzo più infagato del traggito fatto sin qui, come descritto sopra, potete tentare la direttissima, scendendo sull'801A verso Sant’Andrea (cioè girando a destra al bivio) fino al punto indicato con [8]. E' facilmente riconoscibile perchè avrete il lato destro del sentiero che si apre su una erta salita senza cespugli. Se la visibilità lo permette dovreste intravedere il rudere di Cà Pivani e basta salire in linea retta, tenendosi lontani dai cespugli per sbucare nuovamente sull'801B, vicino Cà Pivani. Salita non segnata e non agevole, moderatamente per esperti.
Non di rado il ruscellamento produce degli effimeri ponti di fango sui calanchi, più facilmente verso la base, che durano anche diversi anni
Mappa OpenStreetMap
Scarica itinerario in formato GPX o KML
I file in formato GPX o KML sono forniti a scopo di consultazione. Raccomandiamo di consultare la mappa e di studiare il percorso prima di intraprenderlo. Non fidatevi solo dei mezzi elettronici. Cartina e bussola sono ottimi strumenti da portarsi dietro durante le escursioni.